L’impronta del Design Italiano in cucina è molto forte e inizia ad imprimersi dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri.
La cucina è un ambiente molto rilevante nelle nostre case, un ambiente di creazione se vogliamo, la preparazione e la cottura dei cibi è sempre stata considerata quasi un’arte in Italia; la cucina di conseguenza è laboratorio di sapori, profumi e colori. Ma in passato non le veniva associato solo il ruolo di preparazione e cottura dei cibi, esisteva anche la concezione di un ambiente capace di trasmettere il piacere dell’ospitalità, insomma la cucina era il cosiddetto “focolare domestico“.
Progenitrici della cucina italiana furono sicuramente “la cucina americana“, costituita da elementi componibili in lamiera d’acciaio, e “la cucina di Francoforte“; quest’ultima, di fattura lignea, è considerata ancora oggi la pietra miliare della progettazione componibile di cucine in Europa.
E’ con il primo dopoguerra che i Designer Italiani si preparano a lasciare il segno in questo ambiente importante della casa, che come tutti gli ambienti cambia e muta negli anni.
La rivoluzione industriale porta alla meccanizzazione dei servizi, e alla riduzione delle dimensioni della cucina grazie anche ai primi sistemi ad incasso.
Avanzando la società dei consumi, e andando verso il boom economico degli Anni ’60 nascono apparecchi e accessori, quali frigorifero (nel 1954 Marco Zanuso disegna già il primo frigorifero d’autore), lavastoviglie, forno, microonde e cappa per l’aspirazione dei vapori. La forma inizia a derivare dalla funzionalità e non più dal piacere estetico.
Augusto Magnaghi disegna la prima cucina componibile (intesa come ambiente della casa costituito da attrezzature inserite all’interno di mobili pensati e prodotti dall’industria ) guadagnandosi sempre nel ’54 il premio “Compasso d’Oro“; “…la sua indipendenza stilistica rispetto al dilagante modello americano oltre che per la moralità del gusto moderno che la caratterizza” la motivazione della giuria. La cucina degli italiani voleva essere diversa dai modelli stranieri pur provenendo da essi, voleva essere riconosciuta come “Italiana”; per questo la scelta di materiali come l’ulivo e il frassino, l’attenzione ai colori e alle luci per rendere questo ambiente più umano e meno sterile.
Joe Colombo nel 1963 idea la Mini-kitchen: un monoblocco su ruote.
Si tratta di una cucina elettrica che, in un solo metro cubo, contiene tutto il necessario per cucinare e apparecchiare per sei persone. Nel ’64 la Mini-Kitchen vince la medaglia d’argento alla XIII Triennale di Milano. Oggi la versione originale in legno si può trovare nella collezione permanente del MoMA di New York.
La Mini-Kitchen di Joe Colombo è portatrice di alcuni dei concetti che in quegli anni erano alla base di un nuovo modo di abitare e di vivere: la cucina moderna era un luogo dove avere tutto a portata di mano, ma allo stesso tempo doveva essere bella, allegra e divertente.
Negli anni ’70 si inseriscono il congelatore e la lavastoviglie e si mettono a punto i primi sistemi a incasso.
Si comincia a sentire l’esigenza della personalizzazione contro la standardizzazione e per questo motivo alla fine degli anni ’70 iniziano ad essere prodotte le prime cucine su misura.
Si passa poi dal Pop degli Anni ’80 al Minimalismo dei ’90 dove tutto diventa invisibile.
Nel 1988 Luca Meda disegna Nuvola, che oltre ad essere una cucina elegante e moderna è la prima cucina sospesa.
Con il Terzo Millennio la stanza si apre al living. I principi della Minikitchen, sistemi angolari, basi ricche di cassetti, magari attrezzati, i contenitori in orizzontale, li ritroviamo nelle cucine più moderne.
Le zone operative cambiano disposizione, nasce l’isola che spesso contiene sia lavabo che fornelli ; anche colori e materiali mutano, piace sperimentarli e personalizzarli sempre di più. Con l’inserimento del banco snack la cucina diventa solo la zona dove si preparano i pasti, perde la funzione di focolare della casa; l’attenzione si sposta sul salotto e la sala da pranzo.
Da circa una decina d’anni ha preso piede la necessità di coniugare nuove tecnologie con sempre più ricercati materiali durevoli ed ecocompatibili. Scienza, informatica ed ecologia sono le nuove parole chiave.
Oggi da un lato si punta molto anche al low cost, ma dall’altro troviamo la cucina più tecnologica, quella del risparmio dove tutto è automatico, verstile ed ergonomico, la cucina domotica. Un esempio? Essential Quadra, Toncelli, 2012: nata dall’evoluzione delle collezioni Essential e Credenza, è caratterizzata da un design lineare; un grande armadio nasconde interamente la zona operativa ed è dotata di sistemi domotici gestiti via web.