Milano 1907 – 1998
Questo incredibile designer milanese ci ha lasciato all’età di novant’anni dopo aver contribuito per quasi un secolo a colorare il mondo della cultura italiana. Con le sue geniali creazioni, con la freschezza naive delle sue multiformi invenzioni, con le sue “Macchine inutili” (1933), con i suoi “Libri illeggibili” (1953), con la Op Art di cui fu esponente illustre, Munari si identificò nel campo del design come progettista inventore di oggetti e mobili di una, per così dire, “arte povera”. Esordì, negli anni successivi alla prima guerra mondiale, come pittore aderente al movimento futurista. Queste sue doti pittoriche lo portarono a diventare grafico della divisione pubblicitaria della Olivetti ed a collaborare con la Campari, collaborazione che si protrasse anche nel dopoguerra. Famosissimo è il manifesto con la pubblicità della Campari (1964) che fece il giro del mondo.
Le straodinarie capacità di illustratore e inventore lo portarono dapprima alla collaborazione con Mondadori, a curare la grafica editoriale Einaudi. ed in seguito con Danese, dando vita ad una straordinaria ed indimenticabile serie di libri animati e giochi per bambini.
Dalla collaborazione con Danese, iniziata nel 1957, nacque una interessante serie di oggetti di design di cui sono esempio il portacenere CUBO (1957), una semplice fascia di acciaio ripiegata su se stessa e contenuta in un cubo in melamina colorata, a un oggetto dalla forma essenziale quanto la mitica lampada FALKLAND (1964, e rientrata da quest’anno in produzione), una serie di anelli di alluminio di diversi diametri infilati in una “calza” di nylon elasticizzato, che ha illuminato le notti impegnate e sofferte di molti giovani sessantottini.
Designer puntuale, attento osservatore del moderno esistere, si distinse nel mondo del design per la sua schiva e un pò discosta presenza, per la semplicità e modestia dei suoi oggetti e per la loro caratteristica di logica “ovvietà” ed essenzialità strutturale. Ne è valido esempio il mobile polifunzionale ABITACOLO, disegnato nel ’70 per Robots, con il quale vinse il Compasso d’Oro, prestigioso riconoscimento al design italiano, che gli fu assegnato anche negli anni 1954-1955-1979-1991-1995.
1930 – Macchine inutili
1945 – Nuovi libri per bambini
1947 – Scritture illeggibili di popoli sconosciuti
1949 – Libri illeggibili
1950 – Pitture negative-positive
1951 – Aritmie meccaniche
1952 – Proiezioni a luce polarizzata
1954 – Fontane e giochi d’acqua
1958 – Forchette parlanti
– Sculture da viaggio
1959 – Fossili del duemila
1961 – Strutture continue
1964 – Xerografie originali
1966 – Antenati
1967 – Corso di design alla Harvard University
1976 – Messaggi tattili per non vedenti
1977 – Laboratori per bambini nei musei
TOP PRODUZIONE
1945 – “Singer” sedia per visite brevissime
1954 – “Zizì” giocattolo in gomma piuma armata, Pigomma
1957 – “Cubo” posacenere, Danese
1958 – “Ponza” posacenere, Danese
1959 – Scultura da viaggio, Danese
– “Bali” lampada smontabile, Danese
1964 – “Falkland” lampada a sospensione, Danese
1969 – “Stromboli” posacenere, Danese
1978 – “Dattilo” lampada, Danese
1979 – “Abitacolo” struttura, Robots
1988 – “Spiffero” paravento
1989 – “Coda di rondine” tavolino
– “Firmamento” testiera letto
– “Suegiù” sedia-scaletta
PREMI
1954 – “Zizì” giocattolo in gomma piuma armata, Pigomma
1955 – “510” thermos porta ghiaccio da tavolo, Tre A. Milano
1979 – “Abitacolo” struttura, Robots spa Milano
– “Modulo” carattere grafico, con L. Agosti, G. Brunazzi, F. Grignani, G. Illiprandi, I. Negri, G. Parlacino, P. Tovaglia, per Società Nebbiolo, Torino
Accademia delle Scienze di New York : Menzione onorevole
Japan Design Foundation: Premio per l’intenso valore umano del suo design.
Premio Andersen: Miglior autore per l’infanzia